1) Salve ragazzi, non perdiamo tempo ma andiamo dritti al nocciolo della questione. Vi chiedo una breve ma dettagliata biografia dei Winternius…
Ciao Alan. Winternius è un progetto nato nel 2016 per volontà di Roby Grinder (AKA Winternius nei Sacradis). Di basedoveva essere un progetto personale ma, come spesso accade, complice anche l’ingresso nel gruppo prima di Jaco (AKA Eligor) e poi di Ulfe dalla precedente band, la partecipazione nella fase di arrangiamento dei brani si è allargata a tutti i componenti, nonostante la composizione sia primariamente del Grinder. Quest’ultimo punto è per noi fondamentale al fine di dare una omogeneità al progetto difficile da ottenere quando a comporre sono diversi elementi; una lezione imparata dalle nostre precedenti esperienze. La formazione già la conosci ma, posso fare una anticipazione solo per te ed i tuoi lettori, ci sarà una novità che riveleremo a tempo debito. Posso solo dire che Trivex ha abbandonato la band recentemente.
2) Allora, ora cerchiamo di parlare della costruzione di “Open the Portal”, quanto siete soddisfatti del prodotto finale? Poi essendo un debutto, sicuramente avrete lavorato in maniera incensante/maniacale anche sugli aspetti più piccoli.
Non sbagli affatto. Ogni singolo aspetto è stato esaminato. Il sound del disco, grazie anche all’esperienza dei Nadir Studios, è quello che volevamo. Doveva suonare diversamente dal classico stilema BM. La scelta stessa del suono finale è stata vagliata come parte integrante della composizione. Direi che siamo piuttosto soddisfatti, anche se, vorremmo sempre di più. In casa Winternius non ci si accontenta mai.
3) Ora spostiamoci sulle lyrics, che molti ascoltatori/ascoltatrici dell’estremo saranno molto interessati per conoscere meglio il Full-length: “Open the Portal”
Più che analizzare brano per brano ogni singolo testo, lavoro del precedente cantante, peraltro, vorrei soffermarmi sul significato generale dell’opera. In ogni pezzo permea un sentimento di rivalsa della razza umana contro una vita aspra. È un elogio del non piegarsi agli eventi avversi da parte della razza umana, perlomeno di quella che vogliamo rappresentare. Un argomento reso ancora più attuale dalla recente ondata pandemica. Tutto è condito, diciamo, dagli elementi caratteristici del genere ma utilizzati a sfondo allegorico/ rappresentativo. Abbiamo deciso di tenere i testi, in accordo con Antonio (ex singer, il quale ha partecipato anche in un cameo del disco) poiché esprimevano appieno ciò che volevamo dire; inoltre erano nati apposta sulle musiche già composte. Come espresso precedentemente nulla è stato lasciato al caso. Musica e parole servono al medesimo scopo: esprimere un concetto, senza il quale la musica rimane intrattenimento fine a sé stesso
4) Provate a definire la vostra musica, non con la solita affermazione musicale, ma bensì affidandovi a un quadro del periodo dell’800 accompagnato da due colori astratti?
Nonostante le superficiali esperienze in campo artistico rappresentativo credo di poter affermare che, per “dipingere” Open the Portal, nonché per spostarci sul campo dell’astrattismo, ci si debba spostare in avanti almeno di un secolo, in quanto questo movimento trova i natali nei primi del Novecento. Mi permetto però una piccola virata nel campo del Sintetismo Norvegese, in un certo senso precursore dell’Astrattismo stesso (mi perdonino i critici di arte per la bestemmia). Trovo che i colori che maggiormente si accostino al nostro disco siano quelli cupi ed allucinati di Munch. I suoi cieli viola, i visi privati dall’espressività, gli occhi sgranati colmi di disillusa follia. Si potrebbe fare anche un parallelo tra la tragedia che permeava quei tempi con quella attuale, sia a livello socioeconomico che culturale di massa, ma lo spazio di una semplice intervista non lo concede. Complimenti, comunque, per la domanda assolutamente non banale.
5) La copertina del disco in questione, è tanto semplice ma anche con dei messaggi sicuramente un po’ nascosti; quindi, cercate di spiegare ogni centimetro dell’Artwork.
Io la cover la interpreto in questa maniera, la scala porta verso l’entrata della morte del proprio lato oscuro dove il corpo viene punito, il teschio accompagna la propria mente che sta andando a ritroso dove il dolore accresce e allo stesso tempo affiora la pazzia… Alcuni elementi della copertina fanno riferimento ai testi. Anche questo è stato parte del processo compositivo. Preferisco lasciare un po’ di mistero ed una interpretazione aperta, anche perché non c’è solo una interpretazione possibile, ma posso dire senza dubbio che, per alcuni aspetti, hai centrato parte del messaggio.
6) Il colore come sfondo dell’artwork dispone di un colore anche il violaceo… sembra una banalità però mi ha colpito il tutto, cosa mi potete dire a riguardo?
Anche qui hai avuto l’occhio lungo, come si suol dire. Il colore violaceo, un porpora, richiama alcuni aspetti legati alla religione. È inoltre il colore del mistero, della magia, della metamorfosi… Più che una spiegazione, anche qui, lascio uno spunto alla riflessione, ma gradisco la curiosità. Ci piace un pubblico attento ai particolari. Preferiamo pochi ascoltatori attenti ad un gregge di casual listener.
7) Il vostro cantante Jason Ulfe, riesce ad avere un’ugola variegata senza mai andare su standard vocali banali. Questa diversità quanto è riuscita a dare maggior efficacia ai singoli pezzi dell’album?
Rispondendo io stesso all’intervista non posso pronunciarmi troppo in merito, ahahah. Spero sia come dici. Credo che, nel prossimo lavoro, peraltro in fase di stesura, cercherò di arricchire ulteriormente la varietà di registri vocali.
8) Voi siete sotto contratto con la Black Tears of Death di Daniele Pascali attiva dal 1996. Come siete entrati in contatto con Daniele e quanto la sua label è riuscita ad incrementare ancora di più a livello di distribuzione la vostra release di debutto?
La collaborazione con Daniele risale ai tempi dei Sacradis. È un’ottima persona ed un gran professionista, nonché un amico. Siamo contenti di essere tornati a lavorare con lui.
9) La conclusione è tutta vostra… Ampia libertà nell’esprimervi.
Innanzitutto, grazie per lo spazio concessoci. Speriamo di poterci esibire al più presto in sede Live, nel frattempo però non stiamo con le mani in mano. Abbiamo già molto ottimo materiale. Stiamo vedendo come organizzarci per un eventuale Ep ma è ancora tutto in corso d’opera. Ci prendiamo tempo per fare le cose al meglio. Un saluto alla reda
Il Cattivo Maestro
Contatti: