Rimaniamo nel territorio Italico e andiamo in Liguria, a Genova: scopriamo i Winternius. Al suo interno non vi sono dei musicisti di primo pelo, ma dei componenti con una notevole carriera musicale come Jaco Eligor, (ex Sacradis, band di grandissimo spessore e mai dimenticata dal sottoscritto, presente nei live dei Malignance) oppure John KillerBob (Dynabyte, Killers Lodge, ex-Raza de Odio, ex-Cadaveria, ex-Necrodeath) tanto per favi capire che il progetto Winternius è un nome coi contro cazzi. Parliamo di un black metal old school ben quadrato e con un lineamento chiarificatorio senza cercare l’originalità, ma prendendo la musica di petto e ci sono riusciti in maniera perfetta senza nessun frammento fuori posto. La cover è la strada giusta per affrontare ogni cosa che ti circonda e la scala che viene raffigurata potrebbe essere quella di sola andata e non si può tornare indietro. I richiami ai primi Immortal si sentono senza cadere in un calderone come quelle band che copiano gli act più noti… qua state tranquilli che non succede. Riesce a sorprendermi questo “Open the Portal”, bilanciando in una maniera del tutto stupefacente l’epicità. Basti vedere in track come “Dead and Evil”, ti si stampa all’interno del proprio cervello senza mai più lasciarti andare; è come un rapinatore che fiuta la casa da svaligiare e diventa sempre la sua preda costante. “Birds of Destruction”, diretta e old school, graffiante grazie al duetto esplosivo chitarra e batteria, una costante bomba a orologeria e nessun artificiere può salvare l’intero edificio… e si inizia a sentire un ticchettio sempre più forte prima dell’esplosione. La voce è come un estintore su una fiamma perché il suo eco gregoriano con uno screaming furente può mettere al riparo varie presunte vittime e soffocare la fiamma incessante. Anche gli assoli che possiamo ascoltare in questo lavoro sono molto amalgamati, nel senso che riescono a creare una continua adrenalina; non sono mai buttati a caso ma spontanei e questo permette di attrarmi in maniera continua. La tempesta sta arrivando con dei tuoni che si avvicinano con una pioggia torrenziale pronta a bagnare la track “Thunderfire”… un turbinio di esaltazione musicale con delle urla in sottofondo per poi abbracciare i propri strumenti musicali, trasformandoli in oggetti da tortura a tutto tondo. La chitarra la trovo abbastanza heavy per alcune aperture, quando appunto sfodera degli assoli molto soavi ma anche nebbiosi… veramente una bellissima traccia. Non vedo l’ora di ascoltare il prossimo lavoro, come inizio è promosso a pieni voti. Disco eclatante…
Consigliato: Dico subito appunto primi Immortal con lavori come “Diabolical Fullmoon Mysticism” e “Pure Holocaust”…
Voto: 7.5
Il Cattivo Maestro
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