Interior Mors

 

1) E’ giusto che il nome Interior Mors si presenti sia a livello musicale che spirituale, quasi intimo…

Inizio con il dire che c’è sicuramente un qualcosa di molto intimo nel mio nome d’arte, come d’altronde c’è un che di particolarmente profondo nel nome d’arte della maggior parte degli artisti. È una rappresentazione dello stato d’animo che il progetto voleva trasmettere al momento della sua nascita, la manifestazione di ciò che provavo. Tutto ciò si ritrova ovviamente anche dentro alla musica che compongo, che quindi assume un carattere molto personale. Personale è però anche il mio amore per la natura e la mia voglia di creare brani che sappiano ben rappresentare la potenza di quest’ultima.

2) Se soffermiamo le nostre attenzioni sul disco “The Lonely Wanderer”, quale parte interiore vuole esprimere attraverso dei colori che non hanno per forza un comun denominatore con il Black Metal?

 Il demo è formato da due tracce tra di loro molto diverse, ben rappresentanti i due volti del progetto stesso (quello più vicino all’atmospheric puro e quello più malinconico). Tutto il lavoro è comunque caratterizzato da sonorità lente e molto raw. Il primo brano, intitolato appunto “The Lonely Wanderer”, è sicuramente il più tetro dei due. È un brano in cui ho riversato un forte senso di malessere e solitudine. Il secondo brano, Silva Arimannorum, è invece decisamente più improntato su sonorità gloriose, ricche di energia. È un elogio al mio territorio ed alla sua tradizione. In particolare, oltre che al territorio di per se, il brano fa riferimento alle origini longobarde della mia terra.

3) Quanto è riuscita la filosofia della scena Ambient ad intersecarsi con la costa Interior Mors e quanto la musica da te creata porta ad un viaggio pregno di incubi per l’ascoltatore alla ricerca del suicidio perfetto?

Sono ormai da anni molto appassionato anche di musica ambient/dark ambient. Lo trovo un genere incredibilmente suggestivo, in grado di trasportare verso uno stato di benessere e rilassamento incredile. Non si tratta tuttavia, per come la vedo io, di semplice musica da sottofondo, t

utt’altro! Spesso si tratta invece di opere dietro la quale si nascondono immagini e scene ben precise, in grado di trasportare l’ascoltatore in posti remoti. Personalmente adoro l’idea di riuscire a nascondere qualcosa di così potente dietro ad un genere che sia minimale, semplice, spesso assolutamente privo di un testo in grado di aiutarci. Riuscire a trasportare effettivamente una persona con così pochi strumenti, risultando magari anche originali, è per me qualcosa di meraviglioso. In maniera similare amo anche infatti la musica dungeon synth, altro genere di musica elettronica che racchiude dentro a melodie semplici atmosfere incredibilmente suggestive. Ecco perché ho deciso di creare un progetto parallelo ad Interior Mors incentrato su questo genere: Guardiano del Picco Carminio. Ad ogni modo, non credo sia da ricercare nelle note ambient del mio progetto (per i motivi sopracitati) la componente più tetra. Se sono queste le sensazioni che cercate, concentratevi sulla componente metal.

4) Se dovessi descrivere la tua release prendendo animali feroci senza pietà nei confronti della loro preda, quali sarebbero?

Assocerei volentieri alla mia musica la figura del lupo. Un animale meraviglioso che ben si adatta alle atmosfere “boschive” che più volte ho cercato (e continuerò a cercare) di ricreare.

5) Andando avanti, fino a chi livello vorrai spingere le tue idee? Ci sarà sempre di più l’estremismo oppure potrebbe prendere piede la chiave strumentale?

Credo che cercherò di raggiungere un compromesso a riguardo. Rivelandovi qualcosa sull’album che ho al momento in cantiere posso dirvi che conterrà sia pezzi più leggeri (se non propriamente ambient) che pezzi black arricchiti dal mio scream e da potenti parti in blast beat e tremolo. Per farvi un’idea potete ascoltare il primo singolo dell’album stesso, Tempesta.

6) Quale sarebbe la miglior track da te creata fino ad ora per la realizzazione di un film muto con delle scene apocalittiche e malate della mente umana?

 Cito nuovamente il singolo del mio album anche per rispondere a questa domanda. Il pezzo vuole rappresentare, ovviamente, una tempesta, un evento tumultuoso e dotato di una terribile forza distruttiva. Potrebbe adattarsi bene allo scopo forse.

Il Cattivo Maestro

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