Inferno9 – Percezioni D’inverno

 

E con estremo orgoglio, sincero e veritiero voglio mettere alla vostra attenzione uno dei nomi che pur essendo al debutto è riuscito ad attirare a sé molto interesse, si parla degli Inferno9. La bravura compositiva e creativa sono due concetti dalla loro parte; è una poesia oscura con una luce nascosta, la definisco in questa maniera la proposta che ci regalano questi lombardi. Tutto va a nozze, dalla grafica per nulla banale per poi spostarsi sui testi che parlano di misteri, spiritualità e natura, sono solo alcuni dei temi che vanno a trattare. Riguardo la musica, qua l’intera asticella si alza in maniera importante. Ciò che si va ad ascoltare porta la tua mente in posti nascosti dall’essere umano; quindi, misteriosi come botole di caseggiati abbandonati, dove si vanno a nascondere delle storie ma alla fine si parla di pura realtà e anche macabra. Incurante dei pericoli, ti addentri all’interno di questi cunicoli stretti, a volte non riesci proprio a destreggiarti fino a rimanere incastrato in alcuni momenti e senti che l’aria è poca; quindi, dovrai risparmiarla il più possibile. Per tutti gli appassionati di un Black Metal contaminato non troppo moderno, ma anche per i fedelissimi della scena nazionale, confermo che questo disco è una vera perla che rimarrà sicuramente negli annali. I riff di chitarra mi ricordano due nomi che hanno rilasciato dei lavori molto importanti, come gli ucraini Drudkh a livello di produzione e per la parte musicale JANVS; quindi, non si sta parlando degli ultimi arrivati. Chitarra e batteria sono due strumenti che riescono ad incastrarsi senza problemi in modo avvolgente e che portano una ventata particolare, idee chiare e precise. La voce è un altro punto forte di tutto il repertorio degli Inferno9, sprigiona sfuriate Black Metal sia in una sorta di growl che di scream potente e metrico senza sbavature. Il basso esegue degli interessanti passaggi tra i momenti più epici in maniera splendida e inoltre, funge da rinforzo in tutta la durata di “Percezioni D’inverno”. I nostrani Inferno9 sono bravi anche a spingersi ben oltre con la voce, creando qualcosa di diverso anche con il loro modo di cantare pulito; riescono a far breccia oppure no nei cuori metallari. I primi brani sono violenti, quasi filosofici musicalmente e spiegare questa sensazione non è così semplice. Prendete un libro di filosofia e immergetevi in quello che va a scrivere lo scrittore senza mai fermarvi per un attimo, la penna va a ruota libera scrivendo parole, frasi che non rimangono solo su carta. La palma nera va a “Il Corvo E L’anima”, una poesia di un’arte in costruzione non per tutti e ci si immerge in qualche fondale oceanico, ma anche seduti in qualche crepaccio del Monte Rosa ad ascoltare in piena solitudine senza alcun disturbo. Un Black/Death Metal riuscito, riesce ad far venire delle vibrazioni da pelle d’oca. Volete avere delle emozioni? Allora questo viene trasmesso da “Sarcofago 1986”. Ciò che mi rende ancor più orgoglioso degli Inferno9 è quello di distaccarsi dalla lingua albionica e di inserire la lingua italica nelle track. Qualità, capacità e costruzione mentale artistica sono i termini più che corretti per descrivere questo lavoro usando parole dirette e significative, non vedo l’ora che esca il nuovo full.

Il Cattivo Maestro

Consigliato: Influenze percepibili dei Dark Funeral e dei Belphegor

 Voto: 8

 

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