VI ODIO TUTTI con queste amorevoli parole piene di evidente sarcasmo mostrate in una stuola e precedute da baci e abbracci lanciati metaforicamente verso il pubblico, si sono conclusi i due concerti “evento” degli Inchiuvatu, che insieme a tanti progetti paralleli fa parte ed è sicuramente la cosa più rappresentativa della enigmatica Scena Mediterranea creata dall’istrionico Agghiastru.
A meno di un anno dal ritorno sulle scene di Inchiuvatu in quello che fu un vero e proprio “evento” al Frantic Fest (dove si celebrava il trentennale dall’uscita dell’indiscusso capolavoro “Addisiu”) sempre a sorpresa Agghiastru decide di raddoppiare anzi di triplicare lo spettacolo, proponendo oltre al già citato “Addisiu” anche le canzoni dall’ ottimo esordio “Liack” dei Lamentu e quelle del suo omonimo progetto solista .
il piccolo locale di Rovellasca location scelta per il primo dei due concerti (il secondo si è svolto all’Alchemica di Bologna) pian piano si riempie di fan curiosi e interessati, un primo sguardo sulla scenografia presente sul palco fa intuire ai presenti che non sarà un concerto normale nel vero senso della parola ma il tutto fa pensare ad un sorta di rappresentazione musicale con svariati momenti teatrali.
LAMENTU
Un feticcio rappresentante una sorta di totem adornato da teschi richiama indiscutibilmente la cover dell’album d’esordio dei Lamentu che una decina di minuti dopo le 21 dà inizio allo show vero e proprio.
Gli incappucciati Iblis (basso) e Totò Vulgata (batteria) sono ai propri posti di combattimento durante l’intro “Trasuta” e presto vengono raggiunti da un Agghiastru (unico con il costume originale) con tanto di copricapo bianco insanguinato e grembiule da mad butcher, l’abbigliamento è un contrasto tra un esponente del KKK e il tipico indumento indossato durante le processioni religiose della settimana santa nella stessa Sicilia, in Sardegna e in alcune zone del meridione. l’assalto sonoro è fatto da un Black/death con passaggi thrash che lascia poco spazio all’immaginazione, il mix di atmosfere afro-tribali e cantato in dialetto siciliano crea un sorta di violento rituale totalmente dedicato al demone Liack-Aru a cui è intolato l’album, si susseguono i brani che compongono questa opera prima Liack, Annimalura,Aggrissu,… che iniziano a scaldare il pubblico accorso che sulle prime battute si dimostra un po freddino, ma viene aizzato dopo poco tempo a dovere da Iblis che si ergerà spesso durante il concerto a capo popolo.
Lo show prosegue con Pilunia, Sceusa,VUV, il gran finale di “Erva Tinta” accolto con un sussulto dal pubblico, chiude questo primo atto.
Una piccola pausa giusto il tempo per una birra e una sigaretta nello spazio antistante il Dedalor accompagnati da un clima non particolarmente rigido e si ricomincia con la parte più inusuale della serata dove Agghiastru sarà l’autentico mattatore.
AGGHIASTRU
Cambio alla batteria con l’ingresso di Tati Nataska in sostituzione di Totò e ancora Iblis al basso, l’atmosfera cambia totalmente e l’aspetto teatrale arriverà a toccare il suo apice con la rappresentazione attraverso il “teatro della vergogna” dove faranno capolino i Pupi siciliani. il lato più intimistico e a tratti filosofico di Agghiastru fuoriesce in maniera prepotente con una versione cantautorale di grande spessore ed interpretazione, che mostra un lato dell’artista siciliano ai più sconosciuto. Un incrocio tra il miglior De andrè e Luigi Tenco imperversa nel piccolo locale in provincia di Como con una cascata di note di piano malinconiche e con racconti che spaziano dalla morte ai troppi fallimenti dell’uomo e delle sue relazioni con gli altri esseri umani.
Ecce homo, Amen,Ula Arsa,Tintu, Aisa, fino alla comparsa di una chitarra acustica accompagnata dal basso di Iblis e alle percussioni di Tati.
33, in Utero,Dramma, Swau, Iri; Viogna concludono abbassando il sipario su la prima parte del secondo atto ricco di teatralità con un Agghiastru in versione trasformista degno del miglior Brachetti (citato dallo stesso come fonte d’ispirazione) .
Un momento d’improvvisazione al piano dove Agghiastru nascosto da un lenzuolo bianco simile ad un drappo mortuario si esibisce mostrando tutta la sua presenza scenica e cogliendo di sorpresa per fino Iblis che trova il modo di scendere in mezzo al pubblico per godersi l’inattesa performance del poliedrico artista.
Un intermezzo di avanspettacolo drammatico che conduce al clou della serata, quando si accendono i neon che compongono la scritta INCHIUVATU e un piccolo boato scuote il sonnolento e distratto pubblico del Dedalor che pare abbia trascurato e in parte snobbato, colpevolmente a mio modo di vedere, l’intermezzo teatrale decisamente lontano dalla solita atmosfera da concerto metal.
INCHIUVATU
Alle prime note dell’intro dell’atto finale il locale riprende a riempirsi in ogni ordine di posto preparandosi ad assistere allo show per cui molti sono presenti.
A sedere nuovamente dietro pelli ritroviamo Totò Vulgata, mentre la quota rosa della band rappresentata da Tati adesso si occupa di tessere il tappetto sonoro negli arrangiamenti di Addisiu.
Al basso onnipresente c’è Iblis
Il capolavoro Addisiu scuote finalmente il piccolo club partendo con “Inchiuvatu” e proseguendo con tutti i pezzi migliori da Ave matri a Nenia a Cristu Crastu a Jaddinu di li piaceri con Agghiastru che tra un brano e l’altro addobba la croce su la cui effigge INCH sostiruisce l’originale INRI, per concludere con una interpretazione da brividi al piano di “Addisiu”. Lo spettacolo giunge al termine tra l’ovazione degli astanti e il ringraziamento della band come raccontato all’inizio di questo report.
Vi ODIO TUTTI.
P.s. Vorrei spendere alcune parole sulle persone che hanno accompagnato il “Mattatore” Agghiastru in questo splendido spettacolo, iniziando dalla sorprendente Tati autrice di un ottima prova dietro le pelli durante la prima parte del secondo atto e come tastierista nell’atto finale, di Totò Vulgata vero motore propulsore preciso e terremotante al punto giusto e al momento giusto e in particolare per Iblis, questo ragazzo non più tanto giovane sta raccogliendo meritatamente tutto il successo e il rispetto che gli si deve in tantissimi progetti che lo vedono coinvolto Funeral Oration e Handful of Hate su tutti ma anche Orgg, Velch, Perversa, etc. non dimenticando che è autore di 3 album con i suoi Iblis e adesso con Inchiuvatu.
A loro, insieme ad Agghiastru va il mio ringraziamento per lo spettacolo offerto e che sia solo il preludio per altri spettacoli a divenire.
Il Metal ha bisogno di queste cose originali non banali che appagano mente, corpo e i sensi in maniera completa.