Drug Cult – Drug Cult

Rilasciato nel 2018, “π·π‘Ÿπ‘’π‘” 𝐢𝑒𝑙𝑑”, l’album di debutto dell’omonimo quartetto Australiano, Γ¨ un concentrato di psych doom capace di scaraventare l’ascoltatore nel mondo della band, un regno intricato dominato da elementi artistici appartenenti alla scena hardcore-punk e metal che fondendosi tra di loro hanno saputo dar vita ad un vortice opprimente.

L’album ci accompagna per 42 minuti e non Γ¨ minimamente intenzionato a lasciarci tranquilli dinanzi alla sua densitΓ …

Le 9 tracce che lo compongono infatti vengono sparate, con tutta la loro ferocia “accogliente”, a volumi che mi sento di definire “prepotenti”.

 

Alcuni brani, come “π‘†π‘™π‘Žπ‘¦π‘™π‘’π‘‘π‘’” e “𝑆𝑝𝑒𝑙𝑙” se paragonati ai precedenti (in ordine di riproduzione) “𝑅𝑒𝑝𝑑𝑖𝑙𝑒 π»π‘¦π‘π‘›π‘œπ‘ π‘–π‘ ” e “𝑀𝑖𝑛𝑑 πΆπ‘Ÿπ‘¦π‘π‘‘” risultano piΓΉ leggeri e digeribili… ma l’aggressiva spinta sonora della band rimane integra e tangibile per tutta la durata del lavoro, nonostante venga dosata effettivamente in modo diverso.

 

Non ne ho mai abbastanza di queste cerimonie cupe, ho bisogno di immaginarmi vicina al palco con persone che non conosco e che probabilmente non conoscerΓ² mai mentre ci facciamo cullare indisturbatiΒ  dagli stessi riff ombrosi.

O così o niente.

 

Vi consiglio di recuperare questo debut album insano, una piccola perla che seppur non innovativa al 100%, (le influenze sono coerenti alle radici dei componenti della band, basti pensare al chitarrista Vin Steele, ex Wolfmother) ha il suo perchΓ©.

Buon ascolto.

π‘Ίπ’Šπ’

 

8

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