“War Metal”, pubblicato nel 2005 dai Cobalt rilasciato nel 2005, è l’album di debutto della band statunitense. Questo duo del Colorado, composto da Erik Wunder e Phil McSorley, ha creato un’opera che si riflette per la sua aggressività e le sue atmosfere oscure, simili a quelle della scena australiana, ma con una propria unicità.
L’album non presenta il basso, affidandosi invece a un drumming implacabile e a chitarre altrettanto energiche. La mancanza del basso è compensata da riff di chitarra veloci come blitzkrieg e da una batteria potente come una bomba nucleare. Il suono di base è semplice ma efficace, richiamando l’attitudine scarnificata e diretta di band come Revenge, con un’impronta sonora aggressiva che rientra nei canoni del Black/Death/War Metal.
Una delle caratteristiche distintive di “War Metal” è l’esperienza personale del cantante Phil McSorley, che ha realmente partecipato a guerre come membro dell’esercito americano. Questo conferisce all’album un’aura di autenticità e di intensità difficilmente riscontrabile in altre produzioni simili. L’aggressività dell’album è palpabile, con velocità impressionanti e momenti pesanti che sembrano schiacciare ogni cosa .
La produzione dell’album, sebbene accettabile per lo stile, resta comunque fedele al suono primordiale del Black Metal, sufficientemente corposo da sostenere i momenti più marziali. L’album non è privo di critiche per la tecnica musicale che, pur efficace nel contesto del genere, presenta alcuni aspetti migliorabili, soprattutto nella precisione della batteria. Tuttavia, questi dettagli vengono facilmente sopraffatti dall’energia e dalla passione che permeano l’intero lavoro.
“War Metal” si rivela un esordio promettente per i Cobalt, un album che pur rispettando le convenzioni del Black Metal, osa esplorare territori sonori con un’energia bruciante e una ferocia inarrestabile. Sebbene non raggiunga la perfezione dei lavori successivi della band, come “Eater of Birds” e “Gin”, rimane un tassello fondamentale per comprendere l’evoluzione del loro suono e il loro contributo al genere. Questo album è consigliato a chi cerca un metallo nero che spinge i confini, offrendo più di quanto il titolo possa suggerire.
Voto: 7
Harrogat
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