“ππππππππ πππππ ππππβππ π πππππβ,Β il nuovo lavoro di πΆβπππ ππ’ππππππ, One Man band Veneta attiva dal 2020, Γ¨ disponibile dal 4 di marzo e in soli 18 minuti ci concede l’illusione di perderci in quella notte umida e nebbiosa durante la quale Γ¨ stato registrato.
Lβ EP si compone di due tracce magnetiche: βπ πππππππ ππΒ°1β e βπ πππππππ ππΒ° 2β , sontuose melodie che mi hanno ricordato l’importanza del farsi trascinare verso orizzonti delicati, capaci di abbracciare la propria intimitΓ .
Come ormaiΒ avrete capito, il mio intento durante la stesura di queste recensioni Γ¨ quello di trasmettere al meglio delle mie facoltΓ ciΓ² che lβascolto mi regala in modo tale da poter esprimere, in modo semplice e chiaro, l’emozione che un brano puΓ² suscitare in chi lo ascoltaβ¦ (potenzialmente almeno)
Inutile quindi dire che anche in quest’occasione mi trovo nella posizione di dover dare un giudizio che mi viene suggerito da un’area particolare del cervello che sono certa sia direttamente collegata al cuore.
Che visione romantica, no?Β
Forse si, bisogna ammetterlo…
Ma credo sia lecito farsi guidare da queste percezioni, soprattutto quando ci si trova difronte ad un progetto come questo, che ha abbandonato da tempo le sue radici piΓΉ crude per lasciare spazio alla rappresentazione romanticizzata di una delle cittΓ piΓΉ importanti ed intense del nostro paese, la regina delle calli, del vento che ti leviga gli zigomi, Venezia.
Non si puΓ² che ricorrere alle proprie emozioni perchΓ© sarebbe impossibile, almeno per me, non parlare di come ascoltando due pezzi del genere non venga spontaneo chiudere gli occhi per fruire della loro βcompagniaβ…Β
Rispetto ai lavori precedenti e piΓΉ nello specifico allβultima produzione risalente alla fine di Gennaio βππ ππ’πππ§π§π ππππ’ππ π πππβ, dalle influenze black contraddistinte da una voce graffiante, grezza e sofferente, con βππππππππ πππππ ππππβππ π πππππβ diventiamo protagonisti di un mondo immaginario, che tiene traccia perΓ² di quel che Γ¨ reale e lo palesa alle nostre menti…tipico effetto provocato dal discostante ma contemporaneamente associabile Dungeon Synth proposto dal nostro anonimo artista.
Un approccio difforme che non mi ha lasciata perΓ² indifferente…
Riportando le sue parole:
“(…)per me l’importante Γ¨ il concetto che c’Γ¨ alla base, non cerco di fare “l’album dell’anno” per me non ha senso, ma zero proprio.
Sono uno a cui piace il “”viaggio””della scrittura e dell’incisione del lavoro e non tanto l’esecuzione e la pubblicazione, motivo per cui non farΓ² mai live, non mi importa che la gente effettivamente mi ascolti, io ho solo bisogno di raccontare le mie storie e fine”
Esigenza che comprendo e che senza dubbi traspare nell’ascolto.
Come dicevo prima infatti, l’EP permette di prendersi una pausa; starsene, per qualche attimo di questa vita troppo veloce, in pace con sΓ© stessi.
Posso dunque dire che la sua volontΓ di raccontare e di lasciare agli altri il compito di godersi il viaggio o meno Γ¨ percepibile e alla fine dei conti, in un certo senso, sorprendente.
Nonostante le mie preferenze al momento siano altre, posso considerarmi soddisfatta dell’ascolto di questo frammento di storiaΒ appartenente ad un universo vasto che vale la pena di approfondire.
πΊπ°π³.
VOTO: 8